L'ultimo Giorno Sulla Terra
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La Terra sta per essere distrutta. È con questa premessa che iniziamo la nostra recensione di L'ultimo giorno sulla Terra, il film di fantascienza francese, diretto da Romain Quirot, in uscita al cinema il 20 gennaio 2022. Parte da premesse canoniche, questo breve (solo 87 minuti) disaster movie, per poi prenderne le distanze e costruire una dimensione più intima intorno ai personaggi e alla stessa narrazione. Il protagonista, in particolar modo, appare come una mosca bianca nel panorama di film di questo tipo: non un eroe tutto d'un pezzo, desideroso di salvare il pianeta dalla minaccia spaziale, ma un anti-eroe in fuga dalle proprie responsabilità (anche se i motivi verranno presto spiegati durante il corso del film). Puntando meno sulla spettacolarità, L'ultimo giorno sulla Terra preferisce interessarsi al lato umano della vicenda, anche se questo comporta qualche difficoltà.
È un film piccolo, questo disaster movie intimo diretto dal francese Romain Quirot. Lo si vede non solo dalla durata ben al di sotto dello standard che normalmente è dedicato a film di questo tipo, ma anche dalla messa in scena. Con un piccolo budget a disposizione, Quirot è comunque interessato a costruire un mondo vivo e colmo di dettagli. Gli effetti visivi riescono a donare una certa particolarità alla vicenda, soprattutto nel design delle autorità. L'attenzione rivolta all'interiorità del protagonista rispetto alla vicenda globale racchiude il film all'interno di un'intimità tipica del cinema europeo che si allontana dalla spettacolarità dei blockbuster ad alto budget hollywoodiani. Sembra si sia preferito evocare un'atmosfera, per meglio sfruttare il budget del film, più interessato all'idea che alla narrazione. Il che a volte è controproducente, perché in meno di un'ora e mezza il film vorrebbe raccontare forse sin troppo. Il ritmo del film è rapido, mancando quel respiro che avrebbe donato alla storia una profondità maggiore. Invece, L'ultimo giorno sulla Terra sembra ridursi all'essenziale, a uno stile asciutto che, però, anche grazie a un montaggio non particolarmente riuscito, non rende fluida la narrazione. E ne depotenzia la caratura emotiva.
Si sa, in tempo di crisi o di grandi cambiamenti, il sottogenere catastrofico torna prepotentemente in auge, con cataclismi pronti a spazzare via la civiltà umana, specchio ed esorcismo delle paure di massa, il più delle volte risolte in un blockbuster fracassone di puro e semplice intrattenimento. Schiacciato tra i prodotti analoghi di due maxiproduzioni hollywoodiane come Don't Look Up di Netflix e Moonfall di Roland Emmerich, però, esce in sala L'ultimo giorno sulla Terra di Romain Quirot, che per il suo primo lungometraggio rifà uno dei suoi corti di maggior successo, Le dernier voyage de l'énigmatique Paul W.R. del 2015.
Pur tra evidenti problemi di montaggio e un passo fin troppo lento, L'ultimo giorno sulla Terra riesce a mantenere una notevole capacità comunicativa e un fascino quasi etereo, con un nucleo tematico forte che parla di e a un oggi in cui la speranza latita su più livelli. Nonostante le chiarissime imperfezioni, un esordio decisamente interessante.
Oggi prendetevi un minuto di tempo per pensare alla vostra morte. Non in modo macabro o pietoso, ma onestamente e concretamente. Moriremo. E non sappiamo quando. E allora prendiamo in considerazione queste domande. Se oggi fosse il nostro ultimo giorno sulla Terra, saremmo pronti a morire 781b155fdc